Un assolato venerdì d’agosto, in un estremo sud d’Italia cullato ad est dalle onde del Mar Adriatico che si svegliano baciando l’alba e ad ovest dalle onde del Mar Ionio che si addormentano baciando il tramonto, nasce Perla. Ben presto tutti notano la magia di questa bambina che, regalando sorrisi ed energia, riesce a trasformare il dolore subito in immensa gioia per sé e per gli altri. Attratti dalle sue rare caratteristiche, in molti si domandano se nella scelta di quel nome sia stato casualmente scritto un misterioso e affascinante destino. Crescendo, il rapporto simbiotico con il nonno Gino le fa conoscere, nel calore del vero abbraccio, il senso di protezione, un abbraccio che la fa sentire accudita e difesa proprio come una perla nel guscio della sua ostrica. Quando la bambina ha otto anni però il nonno si ammala gravemente. Improvvisamente quella fondamentale presenza viene a mancare nella sua vita e Perla deve fare i conti, per la prima volta, con la propria impotenza. Nel dolore della mancanza il ricordo delle sue forti braccia le si indurisce intorno al cuore come pietra e non riuscendo a rassegnarsi a quell’insopportabile vuoto comincia a cercare l’unicità di quell’abbraccio nel mondo affinché quell’amore perduto, a cui non vuole rinunciare, possa tornare al più presto nella sua vita. Trascorre così le varie fasi della sua esistenza alla ricerca di un uomo di valore che, al pari del suo adorato nonno, possa donarle al contempo passione e sicurezza. Non rinuncerà mai a cercare l’odore e il tepore di quel prezioso abbraccio, non congelerà il suo cuore neanche di fronte alle più gelide delusioni, non si accontenterà mai di vivere un rapporto umano cibandosi di briciole d’amore. E cercherà di scorgere sempre nella fine di una relazione non un fallimento, ma una nuova possibile rinascita.